Il sangha di Pisa

Costruire una comunità di pratica nella tradizione di Thich Nhat Hanh – Il sangha di Pisa 

Queste le parole ascoltate da Thay (il maestro, Thich Nhat Hanh) durante il ritiro di Settignano (FI), nella primavera del 1997 : “In questi giorni avete fatto pratica della meditazione di consapevolezza insieme al sangha. Praticare da soli è più difficile, soprattutto all’inizio. Quando tornate a casa provate a costruire un sangha, una comunità di pratica, nella vostra città. Potete iniziare in due, poi qualcun altro si avvicinerà”. E così è stato. Il sangha di Pisa ha avuto inizio proprio dall’incontro di due persone che, dopo alcuni mesi dal ritiro si sono riviste per caso e, ricordando i bellissimi insegnamenti ricevuti e l’esperienza così potente e di sostegno della meditazione silenziosa, seduta e camminata nel gruppo, si sono chiesti a vicenda: Tu mediti? No, non riesco da sola. E tu mediti? Poco… Perché allora non ci vediamo per meditare insieme? I primi mesi erano addirittura due gli incontri settimanali del minisangha, forse per la paura di perdere quel piccolo seme di consapevolezza, che sentivamo fragile. Poi gli incontri sono passati ad una volta alla settimana ma con 3, 4, 5 … e poi davvero tante persone, negli anni. Sempre il mercoledì. Serate di meditazione, lettura, condivisione, a volte cena in comune. Tanti, tanti anni. Insieme abbiamo viaggiato verso i ritiri con Thay o con altri monaci; insieme abbiamo organizzato ritiri del sangha – tanti – o nel sangha toscano, come pure esperienze particolari, come il ritiro di meditazione e yoga; la giornata di meditazione del pane, le meditazioni e i ritiri con le suore Benedettine … per non dimenticare gli anni della “raccolta silenziosa delle olive nel Monastero”. Persone di età diverse sono venute al sangha di Pisa per praticare nella tradizione di Thich Nhat Hanh, chi per una volta, chi per un po' di tempo, chi assiduamente. In totale libertà. La porta del sangha era ed è aperta… entro, mi siedo, respiro e provo a lasciar andare. E ancora, Thay nei suoi discorsi spesso ci diceva: “Il Buddha (il risvegliato) del terzo millennio non sarà una persona fisica ma un sangha.